NON ME LO SPIEGAVO, IL MONDO

Two figures, nearly identical, emerge from a mass of green, crackling matter, which slowly empties. Naked torsos, large green skirts, and heads adorned with white deer antlers, these anthropomorphic creatures establish a mysterious dialogue with the audience.

Inspired by the aphorisms in Adorno’s “Minima Moralia,” the performance is a choreographic meditation on Nature, understood as an “image of truth” between an archaic past and a future reconciliation. Art, as a guide towards primordial innocence, is contrasted with the disinterested contemplation of the present, opening a window towards the utopian hope of reconciliation.

Through specular gestures, symbolic references, and metaphors, the performance invites the viewer to choose whether to abandon themselves to the immediate visual beauty or follow the traces towards an unspoken realm full of suggestions. A “revealing” that is at once performative, symbolic, and emotional, an attempt to recognize oneself in the body and gaze of the other.

The attention to visual and sound detail, the willingness to engage in a listening and vision that are not only physical but also emotional, constitute the meeting point between event and spectator. The latter, through an act of perception that disrupts the everyday, becomes an integral part of the event, restoring its poetic quality, a fragment revealed in the ordinary.

La performance ha una durata di 40 minuti.
Luci molto basse si accendono su due masse di materia verde, crepitanti che lentamente perdono peso e forma, riducendosi. Lentamente le luci calano e quando vengono riaccese dalle due masse sono usciti i corpi di due donne. Le masse verdi si sono trasformate in due enormi gonne. Il torso delle donne è nudo. La testa incoronata da due bianchi palchi di giovane cervo.

Le due creature antropomorfe generano una coreografia la cui grammatica gestuale è rivolta al pubblico andando a  creare una misteriosa comunicazione. Tutta la meditazione coreografica è sostenuta dai suoni creati ad hoc dal compositore contemporaneo TOMAT in collaborazione con Francesca Cola E mixati al vocal troath di Hunn-Hur-Tu.

CREDITS:

Concept: Francesca Cola
Performance and Choreo: Giulia Ceolin, Francesca Cola
Sound: Huun-Huur-Tu
Set design: Eleonora Diana
Light design: Eleonora Diana
Production: Performa Festival

FRANCESCA COLA

Francesca Cola (IT) è autrice, coreografa, danzatrice e danza movimento terapeuta. Si forma nell’ambito delle arti performative contemporanee con i “Teatri anni Novanta”.
E’ laureata presso il DAMS di Torino con massimi voti in Teatro di Ricerca. Approfondisce nel corso degli anni gli studi nel campo della danza e del teatro di ricerca con maestri di fama internazionale. Nel 2008 vince una borsa di studio per IFA residenza internazionale per giovani artisti e inizia a produrre in Italia e all’estero. Nel 2013 con la performance “In Luce” vince il premio nazionale per le arti sceniche Dante Cappelletti. Nel 2014 vince il bando svizzero TRANS e produce lo spettacolo “I’ll Be Your Mirror” da cui, nel 2015, viene estratto “Non Me Lo Spiegavo, Il Mondo”, breve meditazione coreografica sul tema della Bellezza. Nel 2016 produce “Sosterrò le ragioni della leggerezza” – breve trattato corporeo per un adulto e un bambino con cui vince il bando nazionale Permutazioni e il bando internazionale Artist in Residence 2016. E’ assistente del coreografo Virgilio Sieni per i progetti “Altissima Povertà”, “Ballo popolare 1945” e collabora stabilmente con Piemonte dal Vivo/Lavanderia a Vapore, polo regionale per la danza in Piemonte e con l’Associazione Oltre le Quinte di Novara con progetti di innovazione sociale. E’ artista associato della Compagnia Zerogrammi dal 2014. I suoi lavori affermano la ricerca di una nuova semiotica espressiva attraverso l’uso integrato del linguaggio corporeo, l’impiego del mezzo elettronico per l’elaborazione di mappe sonore e un forte uso dell’immagine che dichiara l’appartenenza dell’autrice al campo delle arti visive.

CONTATTI:

FRANCESCA COLA
Cell: +393491620701